martedì 13 novembre 2007

canti di cavalieri erranti

Da un'accurata ricerca di Geriko...
La canzone goliardica "Fanfulla da Lodi", dal testo scanzonato e libertino, che ha trovato tradizione orale tra la gioventù italiana fino agli anni '70,narra le gesta amatorie del giovane Bartolomeo Tito Alon, detto Fanfulla, originario di Lodi, definito nella canzone barone.
Secondo la canzone, il barone in questione viene iniziato all'arte amatoria da una donna di facili costumi, che però lo infetta con una malattia venerea.
La morale della canzone si riallaccia a una nota legge del menga, un tempo citata da tanti italiani anche nel parlare comune, ma da pochi in effetti conosciuta. Legge che la canzone svela all'ascoltatore solo all'ultima strofa: chi ha rapporti sessuali occasionali abbia almeno cura di proteggersi con il preservativo, per evitare il rischio di contagio.
FANFULLA DA LODI
Evviva gli ombrelli Pirelliche paran gli uccelli, che paran gli uccelli,Evviva gli ombrelli Pirelliche paran gli uccelli, dall'umidità.

Il barone Fanfulla da Lodi,condottiero di gran rinomanza,fu condotto un bel giorno in istanzada una donna dai facili amor.

Era vergine il prode Fanfulla,ma alla vista di tanta maliardatirò fuori la casta alabardae con zelo si mise a giostrar.

Gran condottier, gran cavalier,cessa di far la guerra, la guerra, la guerra;gran condottier, gran cavalier,cessa di far la guerra e vieni a goder!

E cavalca, cavalca, cavalca,alla fine Fanfulla s'accascia;lo risveglia la turpe bagascia:"100 scudi mi devi donar!"

"Vaffancul, vaffancul, vaffanculo!"le risponde Fanfulla incazzato:"20 scudi io gia t'ho donato,gli altri 80 li prendi nel cul!"

Evviva l'amor, evviva l'amor:quando si fa la cacca, la cacca, la cacca,Evviva l'amor, evviva l'amor:quando si fa la cacca si sente l'odor.

Passa un giorno, due giorni, tre giorni,a Fanfulla fa male l'uccello:"Cos'è mai questo male novelloche natura mi vuole donar?"

Fu chiamato un dottore di gridoche gli disse: "mio caro Fanfulla,qui bisogna amputare una pallase di scolo non vuoi tu morir!"

Di Fanfulla l'orrido membrofu deposto in una gelida bara;cento vergin facevano a gara,intonando codesta canzon:

"Facesti il fol, facesti il fol: chiavasti senza guanto, senza guanto, senza guanto; facesti il fol, facesti il fol: chiavasti senza guanto e beccasti lo scol."

La morale di questa vicendaassomiglia alla legge del Menga:"chi l'ha preso nel cul se lo tenga,se lo tenga fin dove gli sta!"

Di rimando alla legge del Menga,contrapposta è la legge del Volga:"chi l'ha preso nel cul se lo tolga,e lo metta nel cul del vicin."

Ma in materia di scoli e bananinon c'è proprio mai nulla che tenga;vige solo la legge del Menga che a un dipresso si enuncia così:

"Chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,nel culo se lo tenga, se lo tenga, se lo tenga;chi l'ha nel cul, chi l'ha nel cul,nel culo se lo tenga, e lo tenga ben dur."

Nessun commento: